L’inedito libro di poesie di Enzo Casagni: Versi in un borsello.
I primi incontri ravvicinati

La poesia non è altro che l’ascolto di un qualcosa che altri precedentemente hanno scritto prima di noi, esiste normalmente un rapporto immediato fra poesia e quotidianità ed Enzo Casagni è sempre riuscito a tradurre in versi le sue forti emozioni. Nonostante i suoi natali coincidono con la città capitolina di Roma, da genitori uno dell’Aquila e l’altro di Siena, Casagni non si è mai considerato legato né alla città eterna né alle sue radici. Gran parte della sua vita l’ha trascorsa a Latina, nella pianura Pontina, dove la compagnia dell’adorata moglie Cristina riusciva a riempire al meglio i vuoti della sua esistenza. Cinquantadue anni è durata la loro storia d’amore, interrottasi soltanto in seguito alla dipartita dell’ adorata consorte avvenuta nel 2014. Da quel momento è mutato qualcosa nell’animo interiore di Enzo e la solitudine che prima si era impadronita di lui, non lo ha demotivato più di tanto, ma gli ha fornito nuova linfa nell’esprimere al meglio le proprie sensazioni. Il dolore che lo tormentava a seguito della scomparsa della cara Cristina, era l’unica cosa che lo rendeva vivo, quindi quello di comporre versi in quel momento era per il Poeta l’unico modo per continuare a vivere e sopravvivere. Durante quegli anni la sua intensa vena poetica lo portò a comporre tre libri autobiografici e due di poesie, soltanto leggendo quei testi si riesce a capire perfettamente l’anima dell’artista che ha inteso rivelare la sua vera essenza senza nascondere niente, sia nelle cose positive che in quelle negative. Casagni cominciò a scrivere poesie due mesi dopo che Cristina “se ne era andata”, quindi nel 2014, ed è come se quel grande dolore è riuscito a dischiudere la sua grande vena poetica. La prima poesia Enzo la scrisse il 5 agosto del 2015 e da allora Enzo sembra che di strada ne abbia fatto parecchia. Con l’inedita raccolta di poesie “Versi in un borsello”, al suo terzo libro in versi, riteniamo che Enzo Casagni, si è ormai superato ed ha raggiunto con questi scritti, la sua massima espressività. Il titolo ha questa curiosa denominazione di “Versi in un borsello” per la consuetudine che aveva Enzo, di inserire le sue poesie in un borsello, per essere in grado di offrirle con immediatezza alle persone con cui entrava in contatto. Questo semplice gesto che si doveva considerare un segnale di amicizia, affetto e gratitudine nei confronti di gente, che nella maggior parte dei casi non aveva mai conosciuto prima, era anche un segnale per riuscire a capire immediatamente dai loro sguardi e dal segnale tangibile delle loro impressioni, se i versi erano stati di loro gradimento. In tutte le poesie Enzo Casagni ha sempre tentato di trasmettere con immediatezza il suo stato d’animo e la sua grande emotività, una volta scritte, poi, le poesie non gli appartengono più. Il Poeta rivela nei suoi scritti un alto senso di generosità abbinato ad una nobiltà d’animo non comune che lo elevano moralmente e socialmente. Dopo la prima malinconica fase della sua esistenza a seguito della perdita dell’amata Cristina, il Poeta ha iniziato a intravedere un percorso più positivo, che coincide con la stesura delle poesie di “Versi in un borsello”. Il poeta nell’ambito di questa nuova stagione di vita, inaugura un tragitto più tranquillo dell’ esistenza, dove il dolore è attutito, le lacrime sono asciugate e la solitudine non gli appare più silenziosa e dormiente. La poesia cui Enzo Casagni è legato maggiormente in questa sua nuova raccolta è quella dal titolo “Una quiete sincera” dove l’ultimo verso recita: Tutto tace…e….finalmente godo del riposo dei miei oscuri pensieri! Questa frase denota il cambiamento in positivo dell’Autore che è colto di un rinnovato entusiasmo e questa sua nuova posizione lo porta a svegliarsi di notte per scrivere nuovi testi che necessitano della giusta forma musicale, in quanto Enzo ritiene che il verso debba avere anche questa prerogativa. Nell’ambito di un’alba, che sancisce la nascita di un nuovo giorno, Enzo evidenza una nuova forma positiva, ed è l’inverso di quello che sentiva prima, dov’era invece attratto per il tramonto che sanciva la fine della giornata. Un tempo il suo animo era pervaso di tristezza che lo portava a condividere la solitudine, in questa nuova raccolta di “Versi in un borsello”, Casagni si pone la domanda, “che rappresenta un poeta”? La risposta è “un uomo che cammina sull’acqua e non affonda, gioca con la vita e con la morte, vive e vivrà per sempre, come un fiore solitario di struggente bellezza, poichè i poeti non si coltivano, fioriscono da soli”. Non può evitare Casagni, la tragica realtà che il mondo sta vivendo, in una strofa fa riferimento agli attentati che negli ultimi anni hanno insanguinato il mondo e in questo caso la domanda è diretta: “ma la terra quando mai finirà di saziarsi di sangue”? La realtà di oggi non gli fa paura, ma ha semplicemente perso i connotati della vita e il senso dell’amore. “Dio è amore”, tutto ciò che ha creato è amore, pertanto se l’uomo non si comporta con questa istinto naturale, perde le sue naturali caratteristiche e questa negatività trasforma la persona in un essere non più da amare, ma da temere e da evitare. La società in cui viviamo è fondamentalmente egoistica, oggi l’uomo pensa soprattutto a se stesso e la poesia è l’unica fonte che riesce a rivelare i veri sentimenti, è difficile pertanto che menta nella triste realtà. Chi ha giuste capacità interpretative, non può fare a meno di entrare in sintonia con l’autore dei testi e quando Enzo offre le sue poesie a giovani maggiormente dotati di sensibilità che si pongono degli interrogativi, dopo aver letto alcuni brani, riesce a percepire la loro commozione e il loro coinvolgimento emotivo. Il Poeta ha sempre inteso far emergere nelle sue poesie una adeguata spiritualità, soprattutto alcune ne sono saggiamente impregnate, e, spesso per provocazione, pone degli interrogativi per indurre gli individui a darsi delle risposte. La parola, “profumo”, gli ricorda la vita che offre i suoi profumi che prima egli stesso non percepiva e adesso invece questi profumi lo inebriano e li ritrova legati all’amore. Il profumo è collegato all’amore e questa funzione indissolubile sta guidando Enzo Casagni nei giorni attuali, mentre prima considerava la vita tutto in bianco e nero, adesso la ritrova a colori, mentre prima dell’esistenza non intravvedeva un sapore, adesso ne ravvede una sua naturale essenza. L’autore denota come la gente nei nostri giorni abbia perso quel senso di unione e unità, che da sempre era stata la concezione fondamentale della vita, tanto è vero che esisteva la frase “Unus homo, nullus homo” , che in latino aveva il significato di “un uomo da solo non è nessuno”. L’uomo da solo non può esistere perché non sa con chi rispecchiarsi, la speranza è quella di scoprire che un giorno l’uomo si ravveda del suo attuale egoismo per ritrovare quella serenità necessaria e ravveda nell’altro individuo, non un avversario da temere, ma un affidabile compagno con cui condividere le difficoltà che la vita ogni giorno propone.
Rino R. Sortino
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