Giovanni De Ficchy e le guerre puniche, la cucina e l’arte della guerra.
Un testo che ricorda vicende storiche mai sepolte dal tempo
All’inizio del III secolo A.C. Roma e Cartagine erano considerate le due maggiori potenze del Mediterraneo, poi dal momento che entrambi i popoli avevano delle ambizioni di dominio sul mare nostrum, i due popoli entrarono in conflitto. Le tre guerre puniche fra Roma e Cartagine tra il III e II secolo A.C. scoppiarono anche per motivi politici ed economici e vennero denominate puniche perché i Romani chiamavano Punici i Cartaginesi. Le guerre si conclusero con la supremazia di Roma sul mar Mediterraneo e con la totale sconfitta di Cartagine. La prima guerra punica fu combattuta tra 264 e 241 a.C. per mare e per terra e portò al trattato di pace fra Roma e Cartagine. La seconda guerra punica si svolse dal 241 al 218 a.C. e vide spiccare la figura del condottiero cartaginese Annibale Barca e del generale romano Publio Cornelio Scipione detto l’Africano. La battaglia decisiva si svolse a Zama, nel 202 a.C., vinsero le truppe romane e terminò la Seconda -guerra Punica. A Cartagine vennero così imposte punizioni severissime, da quel momento divenne un protettorato di Roma, senza possibilità di avere un esercito, inoltre la sua flotta mercantile fu ridotta al minimo e dovette cedere la penisola iberica a Roma. La terza guerra punica durò dal 149 al 146 a.C. e segnò la definitiva vittoria di Roma su Cartagine. Da quel momento Roma non trovò più ostacoli all’espansione del suo impero. Abbiamo incontrato lo scrittore Giovanni De Ficchy, al fine di evidenziare i tratti più importanti del suo libro.
Giovanni De Ficchy com’è nata questa idea di scrivere un libro sulle guerre puniche?
Questo libro nasce da una gita, un viaggio che abbiamo fatto tutta la famiglia. Mia madre è di Citta della Pieve in Umbria proprio sopra al Lago Trasimeno, per cui visitando quelle zone, cominciai ad immaginarmi il teatro delle battaglie dove si svolsero le guerre puniche in Italia. Il lago Trasimeno ai tempi delle guerre Puniche era molto più grande e misurava circa il doppio di quello attuale. Ad un certo punto durante il viaggio mi ritrovai in una località esattamente dove si svolse la tremenda battaglia tra Annibale (che aveva attraversato le Alpi ed era sceso giù con gli elefanti ) e i Romani. La tesi che io porto avanti è che Annibale probabilmente aveva studiato l’arte della guerra attraverso il libro di Sun Zu, perché i Cartaginesi avevano da tanti anni (addirittura al 1000 avanti Cristo) contatti lungo il bacino del Mediterraneo con i Cinesi, lungo l’antica via della seta. Pare che i Cinesi avessero portato ai Cartaginesi tanti libri e anche della carta, in quanto ne erano gli inventori, mentre i Cartaginesi avevano creato il vetro. Probabilmente in quel tempo ci fu un interscambio di merci tra i due popoli. Quello che è certo è che il generale Annibale divenne il primo comandante ad utilizzare i servizi segreti, in quanto riuscì ad inviare alcuni suoi uomini a Roma, per venire a conoscenza dei segreti sui suoi avversari. A seguito di questo studio, riuscì ad utilizzare delle tecniche ingannevoli dove i romani ne rimasero coinvolti.
Ci puoi raccontare in sintesi le tre guerre puniche?
Nel libro spiego le tre guerre puniche e inizio dalla prima, dove nella battaglia di Milazzo i romani sul mare riuscirono a distruggere le navi cartaginesi, che erano una potenza marittima in quel periodo. Nella Prima Guerra Punica i romani utilizzarono il corvo, un congegno di abbordaggio navale utilizzato nelle battaglie navali. che era un ponte mobile che arpionava la nave avversaria, che consentiva loro di combattere in piano. In questo modo i romani riuscirono a ricreare lo stesso ambiente di una battaglia sulla terra dove erano molto forti, ed evitare di scontrarsi nel combattimento nautico dove avevano poca esperienza. Grazie a questo accorgimento, i romani riuscirono a vincere le battaglie navali contro i cartaginesi. La seconda guerra punica fu proprio quella dove Roma rischiò di essere distrutta da Annibale e di sparire. Quest’ ultimo riuscì ad attraversò le Alpi in una parte bassa, portando con se gli elefanti che rappresentavano i mezzi corazzati del tempo. Nella seconda guerra punica Scipione l’Africano un politico e militare romano, si rese conto che era meglio portare via la guerra dall’Italia, così pensò bene di attaccare direttamente i cartaginesi in Africa, proprio a casa loro. Si guadagnò l’appellativo di “Africano” a seguito della vittoriosa campagna in Africa, durante la quale sconfisse il generale cartaginese Annibale nella battaglia di Zama. Con questo confronto terminerà la seconda guerra punica, dove in un primo tempo Annibale stava vincendo, ma non aveva fatto i conti con l’animo indomito ed orgoglioso dei romani che combattevano a difesa della loro terra. La distruzione di Cartagine avverrà soltanto nella terza guerra punica, nel 146 a,C. quando I romani sconfissero definitivamente la potenza marittima dei cartaginesi distruggendola completamente.
Qual’ è stata la più brutta pagina delle truppe romane nelle guerre puniche?
La battaglia di Canne del 216 a. C. si rivelò una delle più sanguinose battaglie della seconda guerra punica ed ebbe luogo in prossimità della città di Canne nell’antica Apulia. L’esercito di Cartagine comandato con estrema abilità da Annibale, accerchiò e distrusse quasi completamente un esercito numericamente superiore quale quello della Repubblica Romana. È stata in termini di caduti in combattimento, una delle più pesanti sconfitte subite da Roma, la quale ebbe più di 10.000 morti. Si diceva a Roma, che ogni famiglia stava piangendo almeno un morto, ma la cosa strana è che Annibale dopo aver conseguito quella grande vittoria, non pensò poi di attaccare Roma. Probabilmente si rese conto che non aveva la possibilità di farlo. Nelle guerre puniche i cartaginesi non utilizzavano un esercito loro, ma un esercito di mercenari, Annibale stesso lo era e combatteva per i cartaginesi ingaggiato a tempo. Il suo esercito poi si fermò nel sud d’Italia, dove cercò di allearsi con altre città italiche, così convinse Capua a passare dalla parte sua.
E’ molto interessante nel libro, anche il riferimento alla cultura culinaria di quel periodo.
Io intendo ricordare la cucina e i piatti tipici di allora, che ancora oggi esistono e vengono cucinati con le ricette di quel tempo. Metto in evidenza inoltre, gli usi e costumi degli anni delle guerre puniche, parlo del vino e dei piatti più importanti, oltre a trattare dell’arte della guerra. Quindi questo testo non è solo un racconto che tratta le guerre puniche, ma piuttosto un viaggio che ricorda vicende lontane che hanno lasciato un’impronta profonda nella storia..
Rino R. Sortino
Come al solito un bell’articolo! Ormai è una consuetudine, bravo Rino!